Un percorso invernale per chi è appassionato di ciaspole e cerca i panorami innevati.

Semplice da percorrere, adatto anche a principianti, il percorso è molto frequentato e ha sempre una o più piste battute seguendo le quali è veramente difficile perdersi. Presenta qualche difficoltà di orientamento quando la neve è intonsa (o la traccia è ricoperta da vento forte) e la scarsa visibilità potrebbe aggravare il problema. È altrimenti è un percorso adatto anche a chi mette le ciaspole per la prima volta.
Il passaggio per il boschetto dopo una abbondante nevicata senza vento è molto suggestivo.
Potete scaricare la traccia cliccando sul pulsante rosso qui sotto che aprirà la relativa pagina di Wikiloc. La traccia è stata registrata ad alta precisione (errore gps inferiore ai 3m) e parte da un ampio parcheggio gratuito (del centro sci di fondo, mi hanno detto) nei pressi del rifugio Alantino di Campo Felice.
Purtroppo ho avviato wikiloc con qualche centinaio di metri di ritardo ma il punto di fine percorso è correttamente centrato sul parcheggio.
Descrizione del percorso
Il percorso può essere suddiviso in tre parti: la piana di Campo Felice, il boschetto e l’ascesa.
– Per la prima parte, consiglio di seguire il sentiero CAI. Se come me preferite partire presto, troverete neve ghiacciata e ben strutturata tanto da rendere superflue le ciaspole perché in grado di sostenere il peso di un adulto.
Una delle poche piste da fondo del centro Italia corre alla sinistra del percorso Cai. Fate attenzione a non invadere la pista da fondo, perché ciaspole e scarponi danneggiano la preparazione del fondo della stessa: rimanere sul sentiero vi eviterà multe e gli improperi dei fondisti. Inoltre seguirla, rende il percorso fino al boschetto più lungo.
– il boschetto è il tratto che presenta meno difficoltà: basta seguire la strada bianca che lo attraversa e che diventa un largo sentiero in caso di neve.
È nei pressi del boschetto che normalmente si indossano le ciaspole.
L’ingresso al boschetto non è visibile a distanza sia all’andata che al ritorno. È difficile quindi raggiungere entrambi “a vista” serve una traccia o cercare di seguire il sentiero CAI. Una volta usciti dal boschetto vi consiglio vivamente di voltarvi più volte e memorizzarne l’ubicazione. Vi potrebbe essere di aiuto al ritorno in caso di pessima visibilità.
– lasciato il boschetto, ad un terzo del percorso di ascesa, si trova uno stazzo al centro di una ampia vallata dove un locale invernale è sempre aperto (in caso di tempo inclemente). Se non sepolte dalla neve, alcune panche e tavolate offrono qui una piacevole occasione di ristoro e riposo.
Il rifugio Sebastiani non è mai visibile lungo il percorso, anche in questo caso non si può navigare “a vista”, serve una traccia per raggiungerlo o serve semplicemente sapere dov’è (leggi prossimo punto). Io consiglio di seguire il sentiero Cai anche in inverno, se battuto, perché la salita è costante e si evitano i noiosi sali-e-scendi del percorso invernale. Questa traccia segue il percorso invernale perché quello estivo non era battuto.
Il Sebastiani è sepolto dalla neve fino al tetto in questo periodo e oggi, il suo primo weekend invernale di apertura, era stato solo parzialmente liberato.
Arrivare qui il sabato o la domenica, fa sembrare poco affollata la colonia degli elefanti marini dei documentari, tanto è pieno di gente nella porzione ridossata. Per fortuna la gente scompare in pochi minuti appena il sole tramonta dietro il crestone (verso le tre).
Da questo momento, chi ama la montagna vera, si può godere finalmente il posto in santa pace, in silenzio e in tutta la sua meravigliosa asprezza.

Dove è il Sebastiani?
Il Sebastiani è normalmente mezzo sepolto dalla neve e non è visibile da lontano. È in una ampia sella tra la Cimata del Puzzillo ed il monte Costone.

Una volta raggiunto lo stazzo e tenendo il bosco alle proprie spalle, se seguite con lo sguardo la cresta alla vostra sinistra scoprirete che termina con una piccola cima chiamata Cimata Puzzillo (da non confondere con il Puzzillo che è invece il monte alla vostra destra). Di fronte a voi c’è una parete alta che alla sua estrema sinistra ha il punto più alto: il monte Costone. Il Sebastiani è tra i due.

Copertura telefonica.
La copertura telefonica è quasi sempre presente lungo la piana di Campo Felice e nei dintorni della miniera di bauxite. È inoltre presente intorno allo stazzo e intorno al rifugio Sebastiani.
È sufficiente per mandare e ricevere qualche WhatsApp testuale. È difficile chiamare durante i week-end affollati.
attrezzatura.
– abbigliamento per escursionismo invernale di media montagna. La mattina presto può fare molto freddo a Campo Felice: è bene arrivare ben equipaggiati. Ciaspole e bastoncini. Artva, pala e sonda
– acqua. Non c’è acqua lungo il percorso. Almeno un litro se prevedete di pranzare.
– pranzo. Al sacco o potete approfittare di quello che il rifugio offre, se aperto. Meglio prenotare. Vige l’obbligo di portare giù i vuoti di quanto acquistato in rifugio che dal punto di vista pratico si traduce nel portarli a casa perché non ho visto punti di conferimento


