Si tratta di un giro tra mare e monti, che si svolge sul lungomare tra Santa Marinella e Civitavecchia per la prima parte e successivamente risale verso i monti della Tolfaccia, attraversando ben tre valli per tornare indietro e chiudere l’anello.

Sono partito dal parcheggio del supermercato all’uscita dell’autostrada di Santa Marinella ed il giro per la prima parte, per più di 10 km, si snoda lungo l’Aurelia in direzione nord, passando prima all’interno di Santa Marinella e successivamente con una bella vista mare che spazia dal porto, all’Argentario, fino all’isola del Giglio nei giorni più limpidi. Trattandosi di una strada a grande scorrimento di auto bisogna avere un po’ di cautela e non sempre si riesce a godersi il panorama come si vorrebbe, ci sono però sicuramente dei punti in cui ci può fermare in sicurezza per godersi la vista del mare.
Subito dopo lo svincolo dell’autostrada di Civitavecchia sud, all’altezza di una spiaggia piena di ciottoli formata dalla foce di un fiumiciattolo, si lascia il lungomare e si inizia a procedere verso l’interno risalendo il corso del Rio Marangone, tra sassi, pozze d’acqua limpide e vegetazione che mano a mano si fa sempre più verde, dominata da secolari querce da sughero.


Risalendo, si guada un paio di volte il torrente, da cui ci si allontana quando si inizia a salire in modo più deciso, per poi raggiungerlo nuovamente dopo una ripida discesa e guadarlo per un’ultima volta all’altezza di un struttura in ferro arrugginito su cui passa una conduttura. Da questo punto, all’altezza di un cartello indicatore della riserva “Tolfetano – Manziate” si inizia a risalire la valle dalla parte opposta, alternando ripidi strappi a piane dove pascolano mandrie di mucche (anche tori!) e cavalli radunate dalla presenza di un fontanile con acqua nelle vicinanze. La salita termina alla “casa del guardiano”, si prende prima a sx in leggera discesa e poi dopo neanche un km a dx, per scendere rapidamente nella seconda valle di giornata, quella del Rio Freddara.

Si scende rapidamente su una sterrata ripida ma non tecnica, ed in pochi minuti ci si trova a fondo valle sul corso del torrente. Meglio godersi per un po’ l’adrenalina della discesa, perché la risalita dal verso opposto della valle non è per niente banale. Strappi spaccagambe ad oltre il 20% si alternano a tratti più pedalabili, ma per circa 3km non si tratta certo di una passeggiata. Raggiunta la larga sterrata che sale dal cimitero di Santa Marinella la si prende in salita per un altro paio di km, dopo di che si prende a dx per iniziare a scendere verso la terza valle, quella del Rio Fiume.

Tra un po’ di sali e scendi, si arriva all’altezza di un fontanile, che si prende lasciandolo a sx in discesa per immettersi in un bosco che ci accompagnerà quasi fino alla fine del giro. Di qui alla fine ci sono quasi 10 km e, tranne alcuni brevi tratti di salita su cui occorre anche spingere, è tutta una elettrizzante discesa, prima su pietre, non mosse ma spesso scivolose, poi dopo uno strappo in salita, su un bellissimo, lungo e scorrevole single track nel bosco e poi, dopo un tratto all’aperto, si rientra nel bosco su una sterrata più ampia della precedente, ma anch’essa divertente ed un po infida, per via dei sassi smossi sui cui ci si mette alla prova tentando di galleggiare nei tratti più ripidi.

Il bosco finisce all’altezza di una radura con un cancello, che si supera prendendo a destra, per scendere in linea retta verso l’autostrada, con il mare che ricompare nuovamente sullo sfondo.

Superato un ponte sull’autostrada chiuso da un cancello apribile (almeno quando sono passato io) il giro sembra finito, le case del paese sono vicine, ma c’è da superare un ultimo ostacolo: il guado del fosso Rio Fiume. In questo caso siamo facilitati dal fatto che il fiume scorre su una cementata, ed in caso di portata bassa si può fare in maniera divertente restando in sella. Attenzione che però non è sempre cosi, in alcuni casi può essere più difficoltoso, specie in periodi piovosi in cui il livello del torrente si alza di molto. In ogni caso, se ci si ferma alla classica “metà del guado” e ci si guarda attorno, sembra di essere tutto fuorché a 500 mt dal mare, il torrente scorre rumoroso e limpido tra i sassi, ed il passaggio sembra più quello di un ruscello di montagna. Dopo il guado, un paio di km di verde campagna ci riportano quasi inaspettatamente proprio dietro lo svincolo dell’autostrada e quindi al punto di partenza.

Alla fine si tratta di 36km x 800mt di dislivello, ma non si tratta di un giro semplice perché, togliendo i primi 10 km su asfalto, il resto è un procedere poco scorrevole, senza un metro di pianura, su terreno vario che và dai sassi della valle del Marangone, al possibile fango della valle del Rio Fiume, ai single track in discesa nel bosco; ma sono soprattutto le risalite dalla valle del Marangone e da quella del Rio Freddara a metterci alla prova, viste le pendenze difficilmente pedalabili in alcuni tratti. Senza contare che alcuni passaggi dell’ultima discesa, anche se non possono essere definiti tecnici, sono comunque da affrontare con un po’ di cautela. Niente di particolare, intendiamoci, solo un po’ di sana prudenza per chi non ha particolare esperienza su questo tipo di ambienti.
In ogni caso il giro è molto vario ed è capace di soddisfare sia chi ricerca la bellezza dei paesaggi che chi predilige l’adrenalina della discesa e della velocità.
Di seguito la traccia gps:
https://it.wikiloc.com/percorsi-mountain-bike/santa-marinella-ed-il-giro-delle-tre-valli-97238302
Ed un resoconto video: