Questa volta il giro si svolge in prossimità del parco regionale della valle del Treia, in provincia di Viterbo e a meno di 50km da Roma. Il parco segue il percorso del fiume e dei suoi affluenti, che in questa zona scorrono in profonde gole scavate dall’acqua che scorre in una zona tufacea, creando una tutta una serie di “promontori” che, affacciandosi dall’alto su queste gole, hanno creato delle zone su cui nei secoli si sono creati insediamenti e castelli forticati. Nel raggio di circa 20 km si possono contare almeno una decina di questi insediamenti, oggi ridotti a rovine che spuntano a fatica dalla vegetazione, ma che un tempo dominavano dall’alto tutta la zona, comprese le vie di accesso a Roma, come la Flaminia, che tuttora passa poco distante.
Ho iniziato il giro dal paese di Calcata (nuova), e con un po’ di saliscendi sono rapidamente giunto dopo circa 5km all’ingresso del bosco della Banditaccia. Si tratta di un’area verde attraversata da una larga sterrata ed attrezzata con il classico “percorso vita” ed alcune aree da picnic.

Dopo 3 km all’interno del bosco si incontrano le rovine di quelli che una volta era l’agglomerato di Castel Fogliano (o castel Foiano); sorge su una sella delimitata ad est dal fosso della Mola e ad ovest dal fosso della Bonatella, entrambi affluenti del Treia, ed alte mura poste sui limiti della forra proteggevano una torre, una chiesa ed alcune case, le cui rovine si possono ancora oggi scorgere girovagando tra la vegetazione e le sterpaglie.


Superate le rovine la traccia piega decisamente in discesa verso il fosso della Mola, che si raggiunge rapidamente oltrepassando un ponticello. In questo punto l’ambiente è incantevole, il ruscello scorre tranquillo tra alberi coperti di muschio, e per un po’, risalendo il torrente, l’unica compagnia è quella degli uccelli che cinguettano tra le foglie.


L’incanto dura poco, bisogna risalire la forra dalla parte opposta, e l’impresa non è delle più semplici se la si vuole affrontare in sella. Me la prendo comoda, e con la scusa di fare qualche foto ai fiori della primavera me la faccio volentieri a piedi, per fortuna dura poco, circa 1 km, e ne sono di nuovo fuori, in direzione di Castel Paterno, che raggiungo dopo pochi minuti. Questo è forse il più famoso e ricco di storia dei castelli della zona, ma purtroppo, causa batteria scarica, rimando foto e descrizione più accurata del luogo ad una prossima volta.
Sulla via del ritorno si percorre prima una piacevole sterrata con una bella vista dal vicino del monte Soratte, poi si gira a destra su strada asfaltata verso il paese di Faleria. Faccio appena in tempo a scattare un paio di foto al castello degli Anguillara ed alle chiese di S. Agostino e S. Giuliano, che assieme alle mura castello, chiudono una piazzetta dal sapore medioevale.


Dopo Faleria in pochi km di strada asfaltata si chiude l’anello tornando a Calcata. Il giro è breve, senza particolari difficoltà tecniche, anche se la discesa e la risalita dalla forra del fosso della mola richiedono, rispettivamente, un po’ di attenzione e di fatica.
Di seguito il link alla traccia GPS:
Ed un resoconto video: